Talvolta l’ospedale diventa il luogo dove i bambini finiscono per chiedere aiuto.
Talvolta l’ospedale non solo cura, ma si prende cura di quel bambino, della sua famiglia, del suo contesto di vita.
Talvolta i sintomi che manifestano i bambini sono l’espressione di ciò che non riescono ad esprimere, e il corpo racconta ciò che le parole non dicono.
psicosomatica infantileLe parole non dicono della sofferenza in casa, dei litigi dei genitori, della mancanza di tempo e di dialogo, delle parole sbagliate che feriscono o delle botte che ricevi o vedi dare.
Non parlano dei troppi compiti o delle maestre che urlano, dei compagni che prendono in giro o che minacciano o che picchiano.
Non dicono dell’isolamento sociale o della fatica quotidiana perché ti sentì un bambino diverso dagli altri, perchè i tuoi genitori vengono da lontano o pesi troppo o porti gli occhiali.
Non raccontano la solitudine di ogni giorno, giorno per giorno, come una goccia che alla fine strabocca da un vaso troppo pieno di paura, tristezza, rabbia, ansia.

Così i bambini non parlano.

Per vergogna, perché non vogliono preoccupare chi amano, perché talvolta anche se dici, non vieni creduto, ascoltato, rispettato.

Talvolta i bambini non parlano perché amano troppo.

E allora il corpo parla, fa male in testa, nel cuore, nella pancia.
E così ti toglie il respiro, svieni, ti affanni, vomiti, non vorresti, non capisci perché, ti spaventi, e qualcuno ti porta, li si, dove di solito nessuno vorrebbe andare, in ospedale.
E se l’ospedale è attento, gestito da persone sensibili, allora non solo ti cura, ma anche si prende cura di te.

E così per te bambino la pediatria dell’ospedale diviene per un po’ il rifugio del malessere che trova una casa, un po’ di attenzione, amore e cura. I tuoi genitori si fermano, gli infermieri ti parlano e ti toccano, e con un po’ di fortuna, persino una psicologa ti ascolta.

In ospedale ho ascoltato molti bambini.
Troppi. Troppi bambini che erano lì con la loro storia, a volte piccola e semplice, a volte disperata e troppo, troppo grande per loro.
Mi sono stupita perché loro stupiti hanno detto:
Finalmente, qualcuno mi ha ascoltato.

Allora, fermiamoci tutti. Perché non serve una laurea in psicologia. Serve ascolto.

Quella piccola grande cosa che tutti possiamo fare.
Prima che il corpo parli per loro.

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