SPOT DELLA PESCA vs MULINO BIANCO &Co

Non è mia abitudine entrare nelle polemiche social. In generale non amo le polemiche, perché ho questa idea di necessaria neutralità quando di mestiere fai lo psicoterapeuta.
Ma… questa volta trovo interessante ciò che sta succedendo attorno a questa pubblicità “sulla pesca”, fra l’altro veramente ben fatta, e ciò mi ha spinta a fare delle riflessioni che condivido.
Questo spot è uno spaccato di realtà, plausibile. Come un film narra una storia, dal punto di vista del vissuto di una bambina.
Dal 2020 le separazioni in Italia hanno superato il numero di matrimoni, in buona parte ciò riguarda coppie con bambini, a volte molto piccoli.
In generale, le pubblicità al contrario rappresentano famiglie ideali e stereotipate con in genere due figli di sesso opposto, felici. Una realtà molto spesso lontana dalla realtà. A volte del tutto inaccessibile per molti.
Ci si preoccupa del messaggio che veicola questa pubblicità, una realtà sempre più comune nella nostra società, e non di quella “venduta” come “normale” di benessere, gioia e allegria che riguarda solo un certo numero di famiglie, dove però tutti quanti noi siamo chiamati a confrontarci per “difetto”.
La pubblicità della “pesca” dove una bambina agisce un atto affettivo di avvicinamento tra i suoi genitori narra una cosa che spesso i bambini fanno, mentre gli adulti si girano dall’altra parte… e che io ho visto mettere in atto dai bambini che ho seguito in pediatria mille e una volta e anche narrata dai bambini degli adulti che accompagno ogni giorno.
I bambini hanno una naturale propensione a farsi da pacificatori, salvatori destinati al fallimento, perseveranti allo sfinimento perché desiderano nel loro cuore, più di ogni cosa, la felicità di mamma e papà, possibilmente insieme. Dotati di un pensiero magico è onnipotente (per questo lo spot è coerente di un piano psicologico di una bambina di 5 anni), intimamente sperano di poter salvare e aggiustare i problemi dei grandi. Ecco perché va loro ripetuto spesso che loro non hanno colpe su quanto accaduto alla coppia (coniugale) e rassicurati sulla continuità della presenza (genitoriale).
Non si tratta di mettere in discussione la legittimità della separazione tra genitori che confliggono e non si amano più. Non vi sono (quasi mai) dubbi che sia bene anche per i figli che vi sia un atto di presa di coscienza e di maturità, a volte molto coraggiosa e difficile, da parte di quei due verso la scelta di separarsi piuttosto che obbligare i figli a vivere quotidianamente in un clima di tensione e non-amore di cui hanno responsabilità i grandi.
MA… è una scelta che grava sui figli, che appunto poi devono confrontarsi con le famiglie del Mulino Bianco &co a cui tutti siamo sottoposti.
Quindi… come mai tutta questa reazione avversa?
… ho la mia ipotesi..
Perché fa male. Si, è doloroso.
Ed è vero. Fa male.
A quella coppia che si è dovuta confrontare con la scelta di separarsi nonostante un figlio ancora bambino, a quel bambino che avrà inevitabilmente meno tempo da trascorrere con entrambi insieme e in armonia.
A quella bambina che escogita una strategia per avvicinare un po’ la sua mamma e il suo papà (non necessariamente a farli tornare insieme, anche se è plausibile sia suo desiderio).
Certo che sì può essere felici ancora.
Anche insieme, come famiglia i cui membri continuano a volersi bene.
E la separazione non è necessariamente un fallimento. Ma, a volte, un processo sano e una sfida di cui prendersi cura per il resto della vita quando si è genitori.
La pubblicità racconta di due genitori responsivi con un buon livello di benessere, mentre giocano, ridono, si preoccupano di averla persa di vista al supermercato e chiudono con attenzione la bimba nel seggiolino dell’auto. Di loro sappiamo che lui non sale a prenderla a casa, che lei li guarda dalla finestra, che lui promette di chiamare la mamma per ringraziarla della “pesca”.
Non una situazione drammatica, che purtroppo anche quella esiste nella realtà (genitori che diminuiscono sensibilmente il loro livello di benessere e di cura verso il figlio dopo la separazione).
Quindi mi chiedo perché tutta questa polemica attorno ad una pubblicità che pone l’accento su un fenomeno frequente e su un punto di vista interessante, e direi molto delicato e veritiero, che è quello di una bambina che vive la separazione dei genitori, promuovendo un pensiero sociale di consapevolezza sulle conseguenze reali sui figli?
Scegliere di separarsi può essere la scelta giusta e la migliore possibile, ma è responsabilità dei genitori farlo dopo aver maturato questa strada, consapevoli di aver fatto il possibile per poter garantire quello che per i figli sarà sempre un po’ un rimpianto… non avere avuto la famiglia del Mulino Bianco!

pubblicitaesselunga #separazione #psicologiadeibambini

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#MulinoBianco

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