L’arrivo di un bambino non è sempre il proverbiale lieto evento. Che sia programmato o inaspettato, è un cambiamento importante nella vita di lei, di lui e della coppia che si allarga a diventare famiglia. I vissuti personali di ciascuno dei due partner, i cambiamenti ormonali della donna, eventuali difficoltà economiche o isolamento sociale possono indurre stati d’ansia e disturbi dell’umore.

La cosiddetta depressione post partum non riguarda solo le settimane immediatamente successive alla nascita e non riguarda solo la neomamma. Può manifestarsi già in gravidanza, oppure a distanza di mesi dal parto. E coinvolge, direttamente o di riflesso, anche il neopapà. È un problema della coppia e come tale va affrontato.

˜ ˜ ˜

È fisiologico che la mamma in attesa sperimenti emozioni altalenanti: ora gioia, ora paura, ora energia, ora stanchezza”, commenta la psicologa Isabella Robbiani, presidente del Movimento Italiano Psicologia Perinatale.

“L’importante è che le emozioni di segno diverso siano bilanciate. Se la paura, l’ansia, la stanchezza, la rabbia e la tristezza prevalgono, allora probabilmente c’è un problema da affrontare.

Al partner che si rammarica di non aver riconosciuto i segnali dico innanzi tutto che non deve sentirsi responsabile del disagio della sua compagna, perché questo genere di disturbi di solito ha origine da una predisposizione.

L’importante è che accolga il malessere della neomamma, non lo sminuisca e la incoraggi a curarsi. Se ritiene di non averla sostenuta come avrebbe dovuto, fa sempre in tempo a riparare, a mostrarle ora la sua vicinanza e condividere con lei impegni ed emozioni”.

˜ ˜ ˜

Anche gli uomini possono soffrire di disturbi dell’umore in concomitanza con la nascita di un figlio.

Per la donna il parto è una dimostrazione di potenza creatrice, un’esaltazione delle sue capacità”, dice Robbiani.

“Per l’uomo la nascita di un figlio è un memento del tempo che passa, del fatto che una nuova generazione si affaccia alla vita e un domani prenderà il posto della generazione attuale. Non sempre il neopapà si rende conto in modo consapevole di questi pensieri, ma ci sono e possono incidere negativamente sul suo stato d’animo, soprattutto se è molto giovane e impreparato al ruolo paterno.

Chi accompagna la coppia durante la gravidanza deve tenerne conto e sostenere le competenze del futuro padre, aiutandolo a riconoscere la presenza del bambino prima della nascita, perché in seguito riesca a integrarlo con maggiore facilità nella sua vita, nella coppia e nella famiglia”.

I campanelli d’allarme di cui tenere conto sono gli stessi della donna: mancanza di interesse e gusto per le attività della vita quotidiana, senso di inadeguatezza, tristezza e apatia, insonnia e calo dell’appetito.

“Lei, lui: due storie di depressione post partum”

pubblicato su io e il mio bambino (N. 6 – Giugno 2018)

per leggere l’articolo integrale, clicca qui.

Rispondi